Lo avevamo detto in questi giorni di attesa: se c’era una squadra capace di battere l’Iran, quella era il Giappone ed oggi cosi è stato. I Samurai Blue non sono mai sembrata davvero in difficoltà nel corso della partita ed il fatto che Gonda a fine partita abbia compiuto solo due parate è un dato molto importante. Grandissimo merito va dato non solo ai giocatori in campo, ma anche a Moriyasu che, senza un giocatore fondamentale come Nakajima, è riuscito a creare una squadra solida e cinica anche senza quei colpi di genio che solo il giocatore del Portimonense ha. Si sapeva che il Giappone potesse battere l’Iran, ma non con un risultato così ampio come il 3-0 e questo è un grande merito dell’ex allenatore del Sanfrecce Hiroshima, capace di imbrigliare un grande allenatore come Carlos Queiroz e di portare a casa la sua prima finale.
Se nel primo tempo il Giappone è riuscito a creare poco (due conclusioni con Yoshida di testa e con Doan di poco a lato) e con Gonda miracoloso sulla conclusione di Azmoun, nella ripresa i Samurai Blue iniziano a vedere i punti deboli dei Ghepardi Persiani che si innervosiscono col passare dei minuti. Il gol del vantaggio arriva al 56′ ed è un gol anche abbastanza comico: Minamino viene abbattuto sulla sinistra, l’arbitro australiano Beath non fischia fallo ma stranamente gli iraniani vanno a protestare, restando scoperti in area, il giocatore del Salisburgo si rialza e crossa in mezzo, trovando al testa di Osako che batte finalmente l’imbattuto Beiranvand. Dopo la rete, l’Iran va in evidente difficoltà psicologica ed al 67′ arriva il raddoppio del Giappone su calcio di rigore (fallo di mano netto di Pouraliganji confermato al VAR) ed è ancora Osako a realizzarlo. Il 2-0 chiude di fatto la partita, ma i Samurai Blue non si fermano ed hanno altre potenziali occasioni per segnare il terzo gol in ripartenza. Terzo gol che arriva nel recupero con Haraguchi che riparte palla al piede, arriva fino in area e batte ancora Beiranvand che subisce tre gol in una sola partita dopo non averne subito nessuno in tutta la competizione.
Subito dopo si accende una rissa vicino all’area di rigore giapponese, con Azmoun protagonista ed autore di un buffetto poco amichevole a Nagatomo che scatena un parapiglia generale che Beath è bravo a sedare ammonendo entrambi i giocatori. Passati i quattro minuti di recupero, il Giappone può finalmente esultare per aver battuto una delle squadre più forti e convincenti di questa Coppa d’Asia ed ora vola in finale, sperando di vincere la sua quinta Coppa d’Asia e di stabilire un nuovo record con cinque vittorie in campo asiatico. Domani i Samurai Blue scopriranno se dovranno affrontare il Qatar o gli Emirati Arabi Uniti.
TABELLINO DELLA GARA
Iran 0-3 Giappone 56′, 67′ (rig.) Osako, 90’+1 Haraguchi
Iran (4-2-3-1): Beiranvand; Rezaeian, Pouraliganji, Kanaani, Mohammadi; Ebrahimi, Hajsafi; Jahanbakhsh (dal 71′ Torabi), Dejagah (dal 71′ Ghoddos), Amiri (dal 58′ Ansarifard); Azmoun. All. C. Queiroz
Giappone (4-2-3-1): Gonda; Sakai (dal 73′ Muroya), Tomiyasu, Yoshida, Nagatomo; Endo (dal 60′ Shiotani), Shibasaki; Doan (dall’89’ Ito), Minamino, Haraguchi; Osako. All. H. Moriyasu
MVP: Yuya Osako
Arbitro: Chris Beath (Australia)
Ammoniti: Amiri (I), Ebrahimi (I), Sakai (G), Nagatomo (G), Azmoun (I)
Espulsi: –
Stadio: Hazza bin Zayed Stadium (Al Ain)
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