I soldi non fanno la felicità: viaggio nell'incubo del Vissel Kobe - Jworld.it

I soldi non fanno la felicità: viaggio nell’incubo del Vissel Kobe

“Stiamo lavorando per raggiungere il nostro obiettivo: essere il primo club d’Asia”. Furono queste le parole di un orgoglioso Hiroshi Mikitani, presidente del Vissel Kobe, dopo aver chiuso la trattativa per portare Andrés Iniesta in Giappone la scorsa stagione. Accadde proprio in questi giorni e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, con gli amaranto che hanno speso fior di quattrini anche in questa sessione di calciomercato, portando in J-League anche un certo David Villa ed acquistando anche Sergi Samper, uno dei talenti della cantera blaugrana, segnalato da Iniesta alla società.

Lo scorso campionato si è chiuso con una mesta decima posizione per il Vissel Kobe, solo quattro punti in più della terzultima in classifica, con 12 vittorie, 9 pareggi e 13 sconfitte. I tifosi amaranto, però, sono rimasti fiduciosi in vista del nuovo anno, pensando che con Iniesta in ritiro dal primo giorno, tutto sarebbe andato per il meglio. Poi, è arrivato anche David Villa che ha ulteriormente gasato la gente di Kobe, convinta finalmente di poter dire la sua in campionato. Sotto la guida di Juan Manuel Lillo, il Vissel Kobe parte però male in campionato, perdendo 1-0 in casa del Cerezo Osaka, con Yamashita che sigla il gol vittoria di testa, forse aiutato da una deviazione di braccio di un compagno.

Perdere all’esordio non fa mai bene, ma i tifosi del Kobe scrollano le spalle e la prendono con filosofia, “andrà meglio la prossima volta” si dicono ed in effetti hanno ragione. Nella seconda giornata, arriva la prima vittoria per il Vissel che al Misaki batte 1-0 il Sagan Tosu di Torres e Carreras e lo fa con il primo gol di David Villa che manda in estasi i tanti tifosi accorsi per non perdersi la prima gara casalinga del Guaje con la maglia amaranto. Vittoria ed esordio con sconfitta già dimenticato per i tifosi che tornano a sorridere.

Risultati immagini per Vissel Kobe 1-0 Sagan Tosu Villa

Dopo questo successo, il Vissel vince a Sendai, pareggia 1-1 in casa con lo Shimizu e ribalta una partita difficile contro il Gamba Osaka, vincendo 4-3. Dieci punti in cinque partite per gli amaranto e quarto posto in classifica, ma dopo la vittoria contro il Gamba ha inizio l’incubo. Il turno seguente arriva la sconfitta sul campo del neopromosso Matsumoto Yamaga, ma a preoccupare è il modo in cui arriva, con il Kobe che gioca una partita pessima, con la difesa quasi in vacanza. Poi è il turno del Sanfrecce Hiroshima che sbanca il Misaki Park per 4-2 e costringe Lillo a dare le dimissioni.

A prendere in mano questa situazione cocente è Takayuki Yoshida, esonerato lo scorso anno proprio per far posto a Lillo, ma neanche lui riesce a dare la scossa. La squadra in campo è impaurita e senza idee, con una difesa che appare un colabrodo ed arrivano altre cinque sconfitte di fila, sette considerando la YBC Levain Cup, contro Urawa, Cerezo, Kawasaki Frontale, Sapporo, Oita, Kashima ed infine Yokohama F. Marinos.

Proprio il 4-1 contro i Marinos è l’emblema di questa stagione da incubo per il Kobe che da quarto è ora quartultimo con 10 punti, alla pari del Sagan Tosu penultimo a cui sono bastate due vittorie per agganciare gli amaranto. L’immagine della stagione del Vissel è Iniesta (sopra), disperato come tutti per la situazione della squadra. Davvero incredibile come una squadra che abbia speso così tanto, sia lontana ben 14 punti dall’Oita Trinita che non ha quasi speso nulla sul mercato.

Soldi spesi male ed una preparazione pessima, con la squadra che non ha mai davvero recepito i messaggi di Lillo, costretto a dimettersi quando era ormai palese che mezzo spogliatoio era contro di lui. Con Yoshida, la squadra non è cambiata di una virgola e qui ci sono anche le colpe della società che ha affidato la panchina ad un allenatore che già lo scorso anno stava portando la squadra alla retrocessione. Inoltre, non c’è tranquillità all’interno del gruppo con Podolski messo fuori rosa dal club per motivi disciplinari a causa di un tweet galeotto dove annunciava che non sarebbe stato presente nel match contro il Kawasaki ancor prima di concordarlo con il club. Il tedesco è il maggior indiziato a lasciare la squadra ed è stato anche multato dalla J-League per aver offeso un raccattapalle

Non ci sarebbe da sorprendersi se nelle prossime settimane Mikitani dovesse cambiare allenatore, anche se ormai la stagione sembra stare andando in una direzione che fa paura ai tifosi. Proprio vero ciò che dice il famoso detto: i soldi non fanno la felicità. Né, tantomeno, possono fare una squadra, ci sarebbe da aggiungere ed a Kobe lo stanno imparando a carissimo prezzo. Nel calcio si vince con il collettivo, non con le figurine e ciò vale soprattutto per la J-League. Strano che proprio uno come Mikitani non l’abbia capito.

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*