Volti del Giappone: Yoshito Okubo, bomber d'altri tempi - Jworld.it

Volti del Giappone: Yoshito Okubo, bomber d’altri tempi

In questo nuovo episodio della rubrica “Volti del Giappone”, andrò a parlarvi di un altro dei grandi attaccanti della storia della nazionale giapponese, una pietra miliare del calcio giapponese e forse dell’attaccante giapponese più forte in assoluto: Yoshito Okubo. Passano gli anni, ma il suo modo di giocare a pallone non è mai cambiato ed è per questo che riesce ancora ad essere decisivo nel calcio di oggi.

ACCENNI BIOGRAFICI

Yoshito Okubo (大久保 嘉人 Ōkubo Yoshito in giapponese) nasce a Kanda, piccola cittadina nella prefettura di Fukuoka, il 9 giugno del 1982 da una famiglia appassionata di baseball e pesca. Il piccolo Okubo iniziò ad interessarsi al calcio guardando, assieme al padre, alcuni video del grande Diego Armando Maradona e del mito Pelé. Innamoratosi di questo sport, a 16 anni si unisce alla Kunimi High School, club di calcio della sua scuola dove inizia a dare i primi calci al pallone. Già in tenera età, Okubo dimostra di avere qualcosa di diverso dagli altri e questo lo nota il Cerezo Osaka che gli offre un contratto nonostante abbia solo 18 anni.

PRIMI PASSI

Okubo non ci pensa nemmeno per un secondo ed il 9 Gennaio 2001 firma con il club di Osaka il suo primo contratto da professionista. Il suo debutto con la maglia rosablu arriva il 17 Marzo quando entra in campo al 79′ nella sfida contro l’Urawa Red Diamonds all’Urawa Komaba Stadium, ex stadio dei Diamonds prima del modernissimo Saitama Stadium. Il primo gol, invece, arriva contro lo Jubilo Iwata in Yamazaki Nabisco Cup, andando a segno non con il piede, ma con la coscia. A fine anno, nonostante il Cerezo retroceda essendo arrivato al sedicesimo posto, Okubo si ritrova con venti presenze e due gol segnati, score positivo per un diciannovenne.

Ad Okubo non importa che il Cerezo si trovi in J2 e decide di rimanere in rosablu. In seconda divisione, Okubo mette a segno 18 gol in 29 partite ed è soprattutto grazie a lui che il Cerezo riesce a tornare immediatamente in J1, con il ventenne Okubo già decisivo. Il 2003, sua terza stagione al Cerezo, è un anno importante per Okubo ed in prima divisione segna ben 16 gol, posizionandosi al quinto posto della classifica marcatori assieme a Tatsuhito Kubo e vince l’Asian Young Footballer of the Year. L’anno successivo si ripete, mettendo a segno quindici reti e rivelandosi ancora una volta uno dei migliori giocatori del campionato a soli 22 anni.

IL FALLIMENTO EUROPEO

Nel 2004, come molti dei connazionali prima di lui, Okubo decide di arrivare in Europa e viene ceduto a titolo temporaneo per due anni al RCD Mallorca che militava allora in Liga. L’esperienza è positiva, dato che che in maglia rossa colleziona 39 presenze e segna cinque gol.

Tornato al Cerezo Osaka, disputa altre ventuno gare in maglia rosablu, segnando altre sei reti. Questi saranno i suoi ultimi gol con la maglia del Cerezo, dato che l’anno seguente passa al Vissel Kobe.

Con gli amaranto, Okubo conferma quanto di buono fatto in questi anni e, alla sua prima stagione, segna quattordici gol in J-League, quindici contando anche quello segnato in Coppa dell’Imperatore. L’anno successivo si conferma e colleziona dodici reti stagionali, undici in campionato ed una in Coppa dell’Imperatore. Nel 2009, Okubo torna in Europa per cercare di affermarsi in una grande realtà e si trasferisce in Germania, nazione che negli anni a venire è divenuta trampolino di lancio per i giapponesi.

Ad acquistarlo è il Wolfsburg che quell’anno vincerà la Bundesliga. Okubo si ritroverà campione per caso con i Lupi dato che scende in campo soltanto in nove partite di campionato e non segna alcun gol. L’esperienza con il Wolfsburg sancisce il fallimento europeo di Okubo che comprende subito di non essere tagliato per il calcio europeo e l’anno successivo fa ritorno al Vissel Kobe dove vi resta per quattro stagioni segnando un totale di venticinque reti.

Nonostante non sia riuscito a raggiungere la doppia cifra per quattro anni di fila, Okubo è sereno perché è tornato finalmente al suo livello, dimenticando in fretta la parantesi europea e decidendo di non tornare mai più nel nostro continente.

LA NASCITA DI UN GRANDE ATTACCANTE

Nel 2013, Okubo passa al Kawasaki Frontale ed è che con i delfini che avviene l’esplosione completa del suo talento, è con i colori nerazzurri che Okubo si affermerà nella storia della J-League e del calcio giapponese.

La prima stagione con i nerazzurri è straordinaria ed i numeri di Okubo sono spaventosi: trentatré gol in quarantacinque presenze, ben ventisei reti nel solo campionato e titolo di capocannoniere vinto. Non è mai troppo tardi per scrivere pagine di storia ed a 32 anni Okubo si sente ancora giovane e nei due anni successivi continua a mantenere medie altissime per uno della sua età. In totale, Okubo segna altri 48 gol (21 nel 2014 e 27 nel 2015), frantumando ogni classifica, vincendo altre due volte il titolo di capocannoniere. Nel suo ultimo anno al Kawasaki, realizza altri venti gol in quaranta presenze. Nonostante tutte queste reti, Okubo non riesce mai a vincere un titolo con il suo club che ci riuscirà, ironia della sorte, l’anno successivo, quando Okubo se n’è già andato.

DUECENTO VOLTE OKUBO

Nel 2017, Okubo si trasferisce nella città della capitale, la FC Tokyo, all’età di 35 anni. Le differenze con il Kawasaki sono enormi, con la Tokyo più abituata a lottare per posizioni di metà classifica e non per il titolo come i delfini. Anche l’Okubo della Tokyo è diverso dall’Okubo del Kawasaki ed infatti l’attaccante riesce solamente a segnare nove reti in trenta presenze.

Dopo un anno non particolarmente felice, decide di far ritorno al Kawasaki, fresco vincitore del primo campionato giapponese della sua storia al fotofinish ai danni del Kawasaki ed in diciassette presenze, Okubo realizza tre reti. Nel Kawasaki, però, non c’è più molto spazio per lui, vista la crescita esponenziale di Yu Kobayashi, destinato ad essere il suo erede nei delfini, e con saggezza a Luglio di quest’anno decide di trasferirsi allo Jubilo Iwata a far compagnia ad un’altra leggenda del calcio giapponese come Shunsuke Nakamura. 

Allo Jubilo Iwata, Okubo abbandona il numero 13, vestito con le tre squadre precedenti, per prendersi il numero 22. Ed è proprio ad Iwata che Okubo, in un solo mese, riesce a scrivere il suo nome nella storia del calcio giapponese.

Il 18 agosto 2018 contro il Kashiwa Reysol, Okubo realizza la rete del 2-0 al 13′ e, cosa più importante il gol numero duecento in J-League (comprende sia J1 che J2). Un traguardo che mai nessuno ha tagliato nel campionato giapponese ed Okubo diventa il miglior bomber di tutti i tempi. Ma l’attaccante non vuole fermarsi e la settimana successiva segna all’ultimo respiro su calcio di rigore contro i Kashima Antlers, permettendo ai suoi di agguantare un 1-1 insperato e realizzando il gol numero duecentouno in J-League. Ora mancano altre 9 giornate alla fine del campionato ed Okubo cercherà sicuramente altri gol per aumentare il suo score pazzesco.

OKUBO IN NAZIONALE

Uno come Okubo non poteva non giocare in nazionale ed arriva in nazionale maggiore a soli ventun’anni e debutta il 31 maggio del 2003 in un’amichevole contro la Corea del Sud, rimpiazzando Takayuki Suzuki al National Stadium di Tokyo. Per il primo gol con i Samurai Blue bisogna aspettare almeno quattro anni, quando va in gol ad Osaka contro l’Egitto nella Afro-Asian Cup of Nations (coppa che si disputava tra la vincitrice della coppa d’Afica e quella della coppa d’Asia) il 17 ottobre 2007, vinta per 4-1 dal Giappone.

Tre anni prima, invece, Okubo ha anche partecipato alla spedizione della nazionale olimpica ai Giochi d’Atene 2004. Spedizione finita malissimo per i Samurai Blu, usciti al quarto posto nel gruppo con Italia, Paraguay e Ghana. Con la nazionale maggiore prende parte ai Mondiali del 2010 e del 2014, giocando tutte le partite in entrambe le sfortunate edizioni. In totale, Okubo ha realizzato sei reti con la nazionale giapponese, collezionando 60 presenze.

VITA PRIVATA

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Anche nella vita privata, Okubo batte qualche record, sposandosi a soli 22 anni con Rie Hayashida nel 2004. Secondo alcune fonti, la Hayashida è la figlia di uno degli allenatori che hanno seguito il giocatore durante il periodo in cui studiava per diventare calciatore a Nagasaki. Dalla coppia sono nati tre figli, tutti e tre maschi: Aito Okubo, Ryokuji Okubo e Tori Okubo.

Arrivato alla soglia dei 36 anni, Okubo può e vuole dare ancora tanto al calcio giapponese e sta continuando a dimostrare che se hai l’istinto del goleador non perderai mai il vizio del gol. Il calcio continua ad avanzare e si evolve, ma Okubo rimane sempre lo stesso, riuscendo sempre ad adattarsi e, pur se segnando poco, riesce sempre ad infilare il pallone in rete. È proprio questa sua capacità che lo ha reso una leggenda del calcio giapponese, è proprio grazie alle sue abilità che è diventato un bomber d’altri tempi.

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