Volti del Giappone: Shunsuke Nakamura, il Mago dal sinistro fatato - Jworld.it

Volti del Giappone: Shunsuke Nakamura, il Mago dal sinistro fatato

Nel quarto appuntamento di questa rubrica andremo a parlare di uno dei giocatori giapponesi più conosciuti al mondo ed anche uno dei più forti, passato anche per il nostro campionato: sto parlando di Shunsuke Nakamura. Quando parliamo di Nakamura, pensiamo subito alle sue fantastiche punizioni, di cui è il re indiscusso, ma Shunsuke non è solo questo ed ecco perché andremo a scoprirlo un po’ meglio, cercando di capire perché è considerato uno dei migliori centrocampisti giapponesi di tutti i tempi.

ACCENNI BIOGRAFICI

Shunsuke Nakamura (中村 俊輔 Nakamura Shunsuke in giapponese) nasce a Yokohama il 24 Giugno del 1978 ed all’età di 5 anni inizia a giocare a calcio entrando a far parte delle giovanili del club locale, il Misono FC, poco prima di entrare alle medie. Nakamura dimostra sin da subito di avere capacità interessanti tant’è che viene selezionato per lo Yokohama’s city junior all-star team’s tour che si tiene nell’Unione Sovietica, nonostante vengano accettati solo bambini dai sei anni in su. Nel 1991, all’età di 12 anni, si trasferisce al Nissan FC Junior Youth, ovvero il settore giovanile della Nissan Motors. Dopo soli tre anni, però, Nakamura decide di passare al Toko Gakuen High School di Kawasaki e le sue prestazioni gli permettono di essere eletto MVP del torneo nazionale giovanile, portando la squadra fino alla finale nel 1996. Dopo essersi diplomato l’anno successivo, Nakamura è pronto a spiegare le ali ed a 19 anni firma per quello che era il vecchio Nissan Motors, lo Yokohama F. Marinos, nato nel 1993 con l’inaugurazione della J-League, rifiutando le offerte pervenutegli dallo Jubilo Iwata, dal Gamba Osaka e dal Verdy Kawaski

GLI INIZI

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Il debutto con la sua nuova squadra, il primo tra i professionisti, arriva l’8 Marzo in Coppa dell’Imperatore contro il Verdy Kawasaki, mentre il suo debutto in J-League arriva il mese successivo, esattamente il 16 Aprile contro il Gamba Osaka. In tutta la stagione, Nakamura colleziona trentuno presenze e segna cinque reti, un bottino positivo per un giocatore alla prima esperienza nella massima divisione giapponese e ciò non fa che attirare l’attenzione su questo diciannovenne di belle speranze.

NASCE UNA STELLA

La stagione successiva, a soli vent’anni, Nakamura riesce ad affermarsi alla grande allo Yokohama F. Marinos ed oltre a collezionare trentasette presenze e segnare 10 gol, permette ai compagni di creare occasioni da gol e di andare a segno, divenendo uno dei giovani migliori del campionato giapponese e nel 2000 segna altre 5 reti e firma 11 assist, permettendo ai Marinos di disputare un’ottima prima fase, mentre a livello personale vince il titolo di MVP dell’anno. Nel campionato successivo, segna altri cinque reti e colleziona altre trentuno presenze e vince la Yamazaki Nabisco Cup, disputando sei partite e segnando due gol.

Le sue azioni non passano certo inosservate ed anche top club come il Real Madrid iniziano ad interessarsi a lui anche se, come vedremo, il sogno di giocare in una grandissima squadra europea non si avvererà mai. Anche molte squadre di Serie A sono interessate al giocatore tra cui NapoliLecceChievo, PerugiaAtalanta Reggina. Nakamura riflette molto sul suo futuro e la decisione arriva dopo la mazzata psicologica di non essere stato convocato ai Mondiali nippo-coreani del 2002, con il giapponese che decide di lasciare il Giappone per venire a giocarsi le sue carte nel nostro campionato.

LO SBARCO IN CALABRIA

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Nel 2002, quindi, Nakamura lascia i Marinos dopo aver collezionato un totale di 148 presenze e segnato 33 gol, e sbarca a Reggio Calabria per vestire la maglia della Reggina, appena promossa in Serie A, mentre al club giapponese vanno circa due milioni di euro. Il club calabrese si era interessato al calciatore già dalla Kirin Cup dello stesso anno contro l’Honduras, dove Nakamura segnò due gol e fornì una prestazione di altissimo livello. Il proprietario della Reggina, Pasquale Foti, annunciò che il club aveva già preso i contatti con gli stessi Marinos subito dopo la promozione della società calabrese per bruciare subito la concorrenza.

La prima stagione con la maglia amaranto sembra far promettere bene per il futuro, con Nakamura che si prende la maglia numero 10, segna tre gol nelle prime tre giornate e le aspettative su di lui salgono in modo vertiginoso. Al termine della stagione, Nakamura ha siglato ben sette reti, giocando ben 36 partite che fanno ben sperare per gli anni successivi. Tuttavia, vuoi per gli infortuni, vuoi perché l’Italia sembra non essere un paese fortunato a livello calcistico per i calciatori giapponesi e nelle due stagioni seguenti Nakamura non riesce ad imporsi, segnando soltanto due gol nell’ultima stagione e, dopo soli tre anni, si vede costretto a lasciare l’Italia che continuerà a richiamarlo, ma lui non risponderà più.

IL PASSAGGIO AL CELTIC

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Nonostante Nakamura esprima il desiderio di giocare in Liga e molte voci di mercato parlano di un suo passaggio a squadre del calibro dell’Atletico Madrid (in corsa anche il Deportivo La Coruña), mentre altre parlando di Bundesliga (Borussia DortmundBorussia Moenchengladbach), il giocatore alla fine sceglie di andare al Celtic glorioso club della Scottish Premier League ed è con il club scozzese che il suo talento esplode di nuovo.

Il suo debutto arriva prestissimo, il 6 Agosto del 2005, contro il Dundee United e l’inizio non potrebbe essere dei migliori dato che viene nominato subito man of the match. Nakamura arriva al Celtic in un momento di grande difficoltà per il club scozzese, sconfitto ai preliminari di Champions League dall’Artmedia Bratislava con un pesantissimo 5-0 ed il giapponese deve aspettare almeno una stagione per giocare nella competizione per club più importante d’Europa. Nel frattempo, Nakamura regala spettacolo in campionato, diventa un beniamino dei tifosi e riceve tanti elogi da parte dei compagni e del suo allenatore, Gordon Strachan, soddisfatti dell’abnegazione del giapponese anche sotto pressione. Alla sua prima stagione, Nakamura vince campionato e coppa di Scozia da protagonista, segnando 6 gol e fornendo 10 assist in trentotto presenze.

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L’anno successivo, il Celtic torna in Champions League ed il 13 Settembre del 2006, Nakamura debutta in una partita da brividi: contro il Manchester United ad Old Trafford. Il debutto è da sogno per Nakamura, in uno stadio da sogno, con il giapponese che oltre ad essere il primo giapponese a debuttare in Champions, diviene anche il primo giapponese ad andare in gol nella competizione europea da quando ha cambiato nome e format (il primo giapponese in assoluto è stato Yasuhiko Okudera del Colonia nella stagione 1974-1975). Il gol, tuttavia, serve solo a siglare il temporaneo 2-2, dato che lo United riuscirà a vincere 3-2 nel finale. Ben diversa è la storia nella gara di ritorno del girone dove Nakamura segna una punizione pazzesca (sopra in foto) da 28 metri, infilando il pallone all’incrocio dei pali, decidendo di fatto la partita e regalando la prima qualificazione agli ottavi per gli Hoops. Le punizioni diventano così il suo marchio di fabbrica ed il suo mancino diventa leggenda.

Per quanto riguarda il campionato, Nakamura non disdegna di segnare gol fantastici anche lì ed il 26 Dicembre 2006 segna con un meraviglioso pallonetto dalla distanza contro il Dundee United. Nakamura torna in Italia da avversario negli ottavi di finale di Champions contro il Milan, nonostante un infortunio alla mano (Stratchan stesso affermò che il Celtic non poteva giocare senza di lui). Al Celtic Park la partita terminò 0-0, con Nakamura che si prese anche un cartellino giallo, mentre a San Siro vinse il Milan 1-0 soltanto ai tempi supplementari. Grazie alla sua straordinaria stagione (11 gol in 50 presenze e tanti assist), viene addirittura inserito nella lista per vincere il Pallone d’Oro, divenendo e restando fino ad oggi l’ unico giapponese nella storia ad entrare in questa lista prestigioso.

L’ESPERIENZA SPAGNOLA

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Nelle successive due stagioni in maglia biancoverde, Nakamura continua a rendere su ottimi livelli, fornendo prestazioni importanti e segnando gol pesanti (su tutti quello ai Rangers Glasgow il 16 Aprile del 2008 che valse il titolo, con Nakamura che divenne il primo giapponese a segnare nell’Old Firm) e nel 2009 ritiene chiusa la sua esperienza in Scozia, decidendo di approdare in Spagna, esaudendo finalmente il suo desiderio. L’ultimo ricordo che lascia in Scozia è una bella tripletta contro il St. Mirren nel Febbraio del 2009, in una partita che il Celtic stravinse 7-0.

Il 22 Giugno del 2009, due giorni prima del suo trentunesimo compleanno, Nakamura raggiunge un accordo con l’Espanyol, firmando un contratto di due anni. Il debutto con la squadra catalana avviene nel primo match di Liga contro l’Athletic Club, giocando tutta la partita. Tuttavia, la sua prima stagione non è per niente indimenticabile, dato che perde il posto da titolare, è costretto molto volte a stare in panchina e a subentrare a gara in corsa. Inoltre, ci sono anche problemi culturali alla base del lento adattamento in Spagna, ma Mauricio Pochettino afferma alla stampa che il giocatore ha ancora un futuro nel club. Nonostante queste rassicurazioni, l’Espanyol si accorda per un suo trasferimento al Middlesbrough, ma il giocatore non è convinto dell’operazione e rifiuta la destinazione. Il club catalano decide così di non stare più nell’ombra e mette Nakamura sul mercato. A farsi avanti è la squadra che lo ha cresciuto, lo Yokohama F. Marinos che paga un milione all’Espanyol e riporta a casa il figliol prodigo.

IL RITORNO DEL MAGO

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Tornato nella sua Yokohama, Nakamura torna ad essere il fantasista, o meglio, il Mago che è sempre stato, segnando tanti gol su punizione e regalando tante belle giocate, dimostrando che più invecchia, più si fortifica. Nel 2013, Nakamura viene eletto MVP della J-League, diventando il primo giapponese a vincerlo per due volte. Titolo che il giocatore dedica a Naoki Matsuda, un suo compagno deceduto un anno prima. Nel Luglio del 2015, invece, all’età di 37 anni, si inventa un favoloso gol su punizione al 94′, permettendo ai Marinos di agguantare il pareggio contro il Gamba Osaka (2-2)

In sei anni, i numeri di Nakamura sono impressionanti: 236 presenze, 44 gol segnati e tante belle giocate che si fa fatica a contarle. Al termine della J-League 2016, Nakamura dichiara chiuso il suo percorso allo Yokohama F. Marinos e saluta emozionato il suo pubblico che lo ha sostenuto sin da quando era un ragazzino.

UN NUOVO INIZIO: IL TRASFERIMENTO ALLO JUBILO IWATA

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Nel 2017, Nakamura decide di passare ad una delle squadre che lo aveva già cercato quando era giovanissimo: lo Jubilo Iwata. Nakamura ha spiegato questa sua scelta affermando di essere stato convinto dal progetto importante dello Jubilo.

Il primo gol con la maglia celeste è arrivato contro l’Omiya Ardija l’11 Marzo su calcio di punizione (tanto per cambiare), segnando la sua ventitreesima da calcio piazzato. Inoltre, il gol entrò nella nomination come “miglior gol di Marzo-Febbraio”. Titolo che vinse, però, nel mese di Aprile, quando segnò un gol da circa trenta metri contro i Kashima Antlers. Nella stagione corrente ha collezionato nove presenze e messo a segno due assist, mentre è ancora a secco di gol.

NAKAMURA IN NAZIONALE

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L’avventura di Nakamura con la casacca dei Samurai Blue è iniziata nel 1996, quando il giocatore aveva solo 18 anni ed entrò nelle convocazione del Giappone under 20 per la Coppa del Mondo contro i pari di categoria (il Giappone terminò tra i migliori otto).

Nel 1999, invece, Nakamura viene convocato dal Giappone under 23 con il quale vinse le qualificazioni asiatiche e volò alle Olimpiadi di Sidney del 2000. Insieme a Shinji Ono, Nakamura formò una coppia davvero temibile ed in quella nazionale giocavano calciatori che sarebbero diventati il cuore della nazionale giapponese come Atsushi Yanagisawa, Junichi Inamoto e Naohiro Takahara. A Sidney, il Giappone arrivò fino ai quarti di finale, facendo un percorso molto importante. Nakamura debutta con la nazionale maggiore il 13 Febbraio del 200o in un match di qualificazione per la Coppa d’Asia che si tenne in Libano contro il Singapore, mentre il primo gol arriva tre giorni dopo contro il Brunei. Purtroppo per Shunsuke furono pochi i momenti felici sotto la guida di Philippe Troussier che, per il suo stile rigido e poco incline a cambiare gioco, non trovava lo spazio giusto per lui. Il tutto culminò nella già citata non convocazioni ai Mondiali nippo-coreani del 2002.

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Le cose cambiarono radicalmente con l’insediamento della grande stella brasiliana ed ex giocatore dei Kashima Antlers Zico, che prese il posto di Troussier dopo il Mondiale. L’allenatore brasiliano subito riportò Nakamura al centro del progetto ed il giocatore partì dal primo minuto nel debutto del tecnico contro la Giamaica. Sotto la supervisione di Zico, Nakamura migliora tantissimo sotto tutti i punti di vista, anche e soprattutto dal punto di vista fisico ed il tecnico brasiliano lo definì “l’anima del centrocampo”. Tornato ad essere il playmaker della nazionale, Nakamura guida i Samurai Blue fino alla conquista della Coppa d’Asia del 2004, tenutasi in Cina, con il Giappone che sconfisse proprio i padroni di casa in finale (3-1). Il coronamento della sua carriera in nazionale arriva nel 2006, quando gioca finalmente i Mondiali che si tennero in Germania e segnò anche un gol nella sconfitta contro l’Australia per 3-1. Dopo il disastroso Mondiale del 2010 tenutosi in Sudafrica, Nakamura dette l’addio alla nazionale.

VITA PRIVATA

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Nakamura si è sposato nel 2004 con la calciatrice giapponese Manai Imai ed è diventato padre nello stesso anno. Il secondo figlio, invece, è nato nel Gennaio del 2008 (sopra in foto). Il giocatore, secondo un’intervista rilasciata all’Evening Times, è un accanito fan di videogame e le sue serie preferite sono Grand Theft Auto e Gran Turismo. Nakamura è apparso spesso sulle copertine della versione giapponese del gioco Pro Evolution Soccer (Winning Eleven in giapponese) prodotto dalla KONAMI, alcune volte insieme al suo allenatore ai tempi della nazionale giapponese, Zico. Il giocatore ha appena festeggiato i 40 anni e, come l’altro vecchietto della J-League, Kazuyoshi Miura, non ha alcuna voglia di smettere di giocare e vuole continuare a regalare gol e spettacolo davanti ai suoi tifosi e tutti devono sentirsi privilegiati nel poter ancora osservare i gol del più grande illusionista del calcio nipponico.

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